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2. LA PASSIONE

L'arresto di Gesù

18 Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli. Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano». Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». 10 Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11 Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?».

Gesù davanti ad Anna e a Caifa. Rinnegamenti di Pietro

12 Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono 13 e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno. 14 Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo».

15 Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; 16 Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. 17 E la giovane portinaia disse a Pietro: «Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». 18 Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

19 Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. 20 Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21 Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». 22 Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». 23 Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». 24 Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.

25 Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». 26 Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». 27 Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

Gesù davanti a Pilato

28 Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29 Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?». 30 Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato». 31 Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». 32 Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.

33 Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?». 34 Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?». 35 Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». 36 Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37 Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 38 Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa. 39 Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?». 40 Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

18 Dopo aver detto queste cose, Gesù attraversò il torrente Cèdron e, insieme con i discepoli, entrò in un orto dʼulivi. Giuda, il traditore, conosceva bene quel posto, perché Gesù vi era andato spesso con i discepoli.

I capi sacerdoti e i Farisei avevano dato a Giuda un drappello di soldati di scorta. Tutti insieme entrarono nellʼorto degli ulivi con armi, torce e lanterne.

4-5 Allora, Gesù, che sapeva perfettamente tutto ciò che doveva accadere, si fece avanti e domandò: «Chi cercate?»

«Gesù di Nazaret», risposero. «Sono io», disse Gesù. A queste parole tutti indietreggiarono e caddero a terra.

Di nuovo Gesù domandò: «Chi cercate?»

E quelli: «Gesù di Nazaret».

«Ve lʼho già detto che sono io!» disse Gesù. «Se cercate me, lasciate andare questi altri». Sʼadempiva così la profezia fatta da Gesù: «Di quelli che mi hai dato, non ne ho perduto nessuno».

10 Allora Simon Pietro sfoderò una spada e mozzò di netto lʼorecchio destro di Malco, servo del sommo sacerdote.

11 Ma Gesù disse a Pietro: «Metti via quella spada! Bisogna che beva il calice che mio Padre mi ha dato».

12 Allora i soldati, il capitano e le guardie, presero Gesù e lo legarono. 13 Prima lo portarono da Anna, suocero di Caifa, che era in carica di sommo sacerdote quellʼanno. 14 Caifa era quello che aveva detto agli altri capi giudei: «È meglio che sia un uomo solo a morire per il popolo». 15 Intanto Simon Pietro seguiva Gesù da lontano, insieme con un altro discepolo, che conosceva il sommo sacerdote. Questʼaltro discepolo riuscì ad entrare con Gesù nel cortile del palazzo del sommo sacerdote; 16 Pietro, invece, rimase fuori dal cancello. Allora lʼaltro discepolo parlò alla portinaia, e così anche Pietro poté entrare. 17 La donna però chiese a Pietro: «Non sei anche tu un discepolo di Gesù?»

«No», rispose lui.

18 Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco e se ne stavano lì attorno a scaldarsi, perché faceva freddo. Anche Pietro si mise lì in piedi con loro, vicino al fuoco.

19 Intanto, il sommo sacerdote incominciò ad interrogare Gesù; gli faceva domande sui suoi discepoli e su ciò che insegnava.

20 Gesù rispose: «Dappertutto sanno di che cosa ho parlato, perché ho sempre insegnato nelle sinagoghe e nel tempio, dove si riuniscono tutti i Giudei. Non ho mai detto nulla in privato, che non avessi già detto in pubblico. 21 Perché interroghi me? Chiedi, invece, a quelli che mi hanno ascoltato. Ce ne sono alcuni anche qui, e sanno bene che cosa ho detto!»

22 Non aveva finito di parlare che uno dei soldati presenti lo colpì con uno schiaffo: «È questo il modo di rispondere al sommo sacerdote?» urlò.

23 «Se ho detto qualcosa di male, dimostralo!» rispose Gesù. «Se invece ho detto la verità, perché mi colpisci?»

24 Allora Anna mandò Gesù, sempre legato, dal sommo sacerdote Caifa. 25 Simon Pietro, intanto, era ancora vicino al fuoco. Ad un certo punto gli chiesero di nuovo: «Ma non sei anche tu uno dei suoi discepoli?»

«Neanche per sogno!» rispose Pietro.

26 Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quellʼuomo a cui Pietro aveva tagliato lʼorecchio, gli disse: «Mi pare dʼaverti visto con Gesù nellʼorto degli Ulivi…»

27 Di nuovo Pietro negò. In quel momento un gallo cantò.

28 Lʼinterrogatorio di Gesù alla presenza di Caifa terminò alle prime ore del mattino. Dopo, lo portarono al Pretorio, il palazzo del governatore romano. I suoi accusatori non vollero entrare; per non contaminarsi, dicevano, altrimenti non avrebbero potuto mangiare lʼagnello di Pasqua. 29 Così, il governatore Pilato uscì e chiese loro: «Qual è lʼaccusa contro questʼuomo? Di che cosa lʼincolpate?»

30 «Non lʼavremmo arrestato, se non era un criminale!» risposero gli altri risentiti.

31 «Allora portatevelo via e giudicatelo voi, secondo le vostre leggi!» rispose Pilato.

«Ma… vogliamo che sia condannato a morte», replicarono, «e per farlo ci vuole il tuo consenso».

32 Così si avveravano le parole di Gesù, che aveva predetto in che modo sarebbe stato ucciso.

33 Allora Pilato rientrò nel palazzo e chiamò Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?» gli chiese.

34 «Me lo chiedi tu, di tua iniziativa, o te lo hanno detto gli altri di me?» chiese a sua volta Gesù.

35 «Sono, forse, un Giudeo?» ribatté Pilato. «È stata la tua gente e i capi sacerdoti a portarti qui. Perché? Che cosa hai fatto?»

36 Allora Gesù rispose: «Io non sono un re di questo mondo. Se lo fossi, le mie guardie avrebbero già combattuto, per non farmi arrestare dai capi giudei. Ma il mio regno non è di questa terra!»

37 «Allora, tu sei un re?» disse Pilato.

«Sì», rispose Gesù. «Sono nato per questo. Sono venuto per portare la verità al mondo, e tutti quelli che amano la verità sono miei seguaci».

38 «Ma che cosʼè la verità?!» esclamò Pilato. Poi uscì di nuovo e disse al popolo: «Questʼuomo non ha fatto nulla di male. 39 Siccome, ogni anno, in occasione della Pasqua, è vostra abitudine chiedermi il rilascio di un condannato, che ne direste se vi liberassi il re dei Giudei?»

40 Ma tutti gridarono: «No! Non liberare lui, vogliamo Barabba!» Barabba era un brigante.